Taronga zoo, il Koala e l’Ornitorinco
- Renato | Michela
- 9 gen 2019
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 19 gen 2019
Nonostante la nostra diffidenza, abbiamo organizzato una gita al Taronga zoo di Sydney, in occasione del compleanno di Michela, sia per conoscere molti degli animali che potremmo incontrare nei nostri prossimi viaggi fuori dalla città, sia perchè a detta di tutti è un’ attrazione molto valida. Abbiamo passato una bella giornata e ci siamo soffermati molto su due animali che ci hanno portato a riflettere molto: Il koala e l’ ornitorinco. Due personaggi che non spesso vengono comparati con le vite degli esseri umani, ma che, in realtà, nascondono lati del proprio carattere che tornerebbero molto utili nella folle civiltà in cui viviamo quotidianamente.

Qualcuno disse:“Il Mondo non ha bisogno di altre persone di successo”, una frase che fa riflettere, soprattutto detta in questo preciso momento. Mentre è in atto ad una delle corse alla fama più sfrenate di sempre. Cavalcando l’onda della rivalsa sociale, in una realtà priva di speranze e radici, dove l’attimo regna come unità di misura, la ricerca della popolarità effimera, superficiale, l’ostentazione di denaro -che qui diventa icona della realizzazione personale-, portano orde di ragazzini a tantalizzare la propria attenzione verso una luce che brilla come le lampare -quelle usate in mare, per la pesca notturna, per intenderci-.
E così, mentre tutti si affannano per sbarcare il lunario, apparire, spiccare, dare un senso alla vita, affermando la propria unicità, oppure cercando di produrre più denaro possibile, per potersi finalmente tirare fuori dalla realtà tanto odiata, circondandosi di feticci e falsi Penati, si tende a puntare le proprie attenzioni sui social network o su stili di vita che si distacchino completamente dal contesto del reale lavoro, rischiando di diventare personaggi non meritevoli, le cui voci spesso sono talmente ascoltate, che, certe volte, possono rappresentare seri pericoli per l’intera società, creando un vortice infinito di niente.
Quando il carro dei vincitori sfila per le vie della città, una pletora di persone accorre per assistere alla parata; tutti vogliono saltarvici sopra, a costo di farsi male; ma ora che siamo nel futuro, come disse Andy Warhol, colui che in qualche modo contribuì a cerare tutto questo, “chiunque può avere 15 minuti di successo”.
Ma se ripensiamo alla frase “Il Mondo non ha bisogno di altre persone di successo”, che poi continuava con “Ha bisogno disperatamente di testimoni della Pace, di guaritori, di restauratori, inventori e amatori di ogni tipo” forse capiamo che qualcosa sta andando nel verso sbagliato; qualcuno ipotizza che la mobilità sociale o la libertà d’espressione hanno incominciato a degenerare, perdendo il loro enorme valore, altri che è solo un momento di transizione, nell’ attesa che il progresso e la comprensione che il popolo ha di esso raggiungano lo stesso livello.
Tendenzialmente non siamo il tipo di persone che accorre per plaudire al carro, come nemmeno chi si affanna per salirvici, nè per tanto tra chi è destinato esserci sopra; un po’ per lo stesso motivo per cui non siamo i tipi che solitamente frequentano volentieri posti come uno zoo, perchè, in qualche modo, vedere gli animali in gabbia, per quanto meravigliosi siano, ci fa comunque sentire un po’ colpevoli; oltre che spaventarci, quando ci immaginiamo al posto loro. Soprattutto vedere i predatori imprigionati è una sensazione strana, perchè in qualsiasi altra situazione sarebbe probabilmente l’ultima cosa che vedremmo e perchè nella loro irrequietezza riviviamo i nostri impulsi repressi.
Quindi durante il nostro giro al Taronga zoo di Sydney abbiamo saltato il giro tra i recinti delle tigri – non propriamente un abitante dell’Oceania- e abbiamo osservato titubanti la vasca del coccodrillo di acqua salata, il rettile più grande del mondo, che invece abita queste zone; ma abbiamo comunque deciso di visitarlo, in occasione del compleanno di Michela, approfittando del fatto che per via di questo giorno speciale il suo biglietto sarebbe costato solo 1$.
Questa struttura perdura da oltre un secolo, istituito nel 1916, con i suoi 21 ettari di estensione è uno dei più grandi della categoria.
Per arrivarci siamo partiti alle 9:30 del mattino da Circular Quai, a bordo di un piccolo traghetto, facente parte del guppo Opal (lo stesso che gestisce i mezzi pubblici), che porta direttamente all’ingresso del Parco, salpando dai grattacieli che si affacciano imponenti sulla baia, accostando, guardandoli dall’acqua, Harbour Bridge e l’ Opera House e siamo infine approdati sulla sponda opposta, accolti dalla fitta boscaglia che circonda Taronga, selvaggia e misteriosa. L’arrivo via mare è davvero di grande effetto, a suo modo ricorda l’arrivo a Jurassic Park, con le dovute proporzioni.
All’arrivo, il percorso porta i visitatori fino alla funicolare che conduce in cima alla collinetta su cui si sviluppa lo zoo, dove risiede l’entrata principale. Al suo interno si può ritrovare un ventaglio molto variegato di creature tipiche della fauna australiana e non: pinguini, foche, leoni marini, marsupiali, volatili, insetti e roditori che fanno dell’isola più grande dell’ Oceania una delle regioni al mondo con la più vasta biodiversità endemica del Pianeta.
Tra tutti i residenti, sono due quelli su cui abbiamo posato maggiormente la nostra attenzione e di cui riteniamo doveroso spendere qualche parola in più: il Koala e l’ Ornitorinco. Due animali completamente differenti tra loro e da qualunque altro, rarissimi da scovare in natura e 100% Aussie (australiani), che con la loro stranezza e unicità ci hanno toccato un qualcosa nelle corde.
Il primo, più caro a Michela, è un fascolarto, appare come l’animale più stanco del pianeta, al pari del suo collega di riposini sudamericano, il bradipo; avvolto da una tenera pelliccia d’argento, dorme 20 ore al giorno appeso ai rami di eucalipto, pianta di cui si nutre il resto del tempo in cui è sveglio, in modo da non doversi nemmeno muovere per cibarsi. Il Koala non ha sbattimenti, non lo smuove nulla; nonostante le masse di bambini chiassosi che si accalcavano intorno ai loro recinti, urlando a squarciagola, essi continuavano a dormire con estrema noncuranza. Delle vere star per il parco Taronga, assieme ovviamente ai canguri; a loro malgrado attirano il maggior numero di visitatori, data anche la possibilità di avvicinarvisi per accarezzarli. Potenzialmente questo dovrebbero essere un enorme peso per il loro stile di vita, ma in realtà nemmeno delle scolaresche turbolente riescono a distoglierli dai loro principi: mangiare e sonnecchiare.
L’ ornitorinco o platipo , che ha più colpito la mia attenzione, invece è l’estremo opposto, unico della sua famiglia, in quanto mammifero oviparo, a metà tra un’anatra e un castoro o forse una talpa.
È velenoso, abile scavatore, e infaticabile cercatore: un lavoratore instancabile e curioso. Con il suo muso a becco si tuffa negli alvei dei fiumi in cerca di cibo, prettamente insetti, larve e gamberi d’acqua dolce, ad occhi chiusi, in quanto non riesce a tenerli aperti mentre è immerso; ma è abile a scovare le prede tramite elettrolocazione, che sta a significare “la capacita di localizzare le sorgenti elettriche, tra cui i corpi degli esseri viventi”.
Questo animale non si dava pace, nuotava da un lato all’altro della vasca nella quale era tenuto, fiutando lungo il letto come fanno i segugi e venendo a spiarci vicino al vetro, nel momento in cui lo chiamavamo picchiettandoci sopra.
Ricorda molto nei comportamenti un animale rappresentato negli ultimi film firmati J.K. Rowling, la saga degli ”Animali fantastici”, per chi l'avesse visto, nella fattispecie lo Snaso, il piccolo ficcanaso malato di cleptomania, per intenderci.
Abbiamo trovato molto interessante la sua attitudine, nell’evolzione della specie, ad acquisire tutte queste capacità e unirle ad un’ instancabile voglia di fare e palese intelligenza. Se fosse un essere umano potrebbe essere una personalità eclettica e curiosa, ma non salterebbe mai sul carro dei vincitori, perchè sarebbe troppo interessato a cercare non sa nemmeno lui cosa.
Il Koala, anch’ esso unico rappresentante della sua famiglia, invece sembra aver capito tutto dalla vita, la rivelazione animale che, se il mondo cascasse, non ci sarebbe nulla di male a spostarsi. Nemmeno lui salterebbe mai sul carro del vincitore, il motivo è ovvio, a lui interessa dormire e mangiare, il resto non serve.
Lo stato di conservazione di entrambe queste specie è fortemente vulnerabile, ciò significa che presto o tardi potrebbero scomparire. Quindi valeva la pena incontrarli, nella speranza di poterli ritrovare anche allo stato brado, nonostante la loro natura schiva.
Allo stesso modo presto potrebbero non esistere più testimoni della Pace, guaritori, restauratori, inventori e amatori di ogni tipo, perchè le specie più interessanti e particolari sono sempre a rischio e, ogni perdita di questo tipo, rappresenta un grave danno per il cammino dell’umanità.
Specialmente esempi come il Koala e l’ Ornitorinco, che raramente sono ricercati come spiriti guida, ma che sarebbe molto utile prendere come esempi in tempi come questi, per calmare gli animi seguendo il primo e per imparare il sano spirito del lavoro e del sacrificio, seguendo l’altro.
Per concludere sappiamo che, pur essendo vero che gli zoo possono sembrare delle prigioni per gli animali, in verità sono gestiti da persone che realmente tengono alla loro salute, per la maggior parte volontari, ma spesso anche ricercatori, che studiano i loro comportamenti e che non di rado riescono a dare un enorme contributo alla salvaguardia delle specie e degli ecosistemi in cui esse vivono.
È anche grazie a loro se nonostante tutti i tentativi di distruggerla, ancora oggi il nostro pianeta è così incredibilmente sorprendente.
Renato
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